Affacciata al terrazzo
scruto il grigio omogeneo
senza sbavature di giallo
di un cielo stupefatto
dall’immobilità del vento,
già oppressa dalla notte
che fu avida di me
(mi mangiava, il materasso,
fino a fagocitarmi l’anima.)
Nell’assenza dei segni
(nemmeno un gabbiano
s’invola dai madidi tetti)
galleggio in totale naufragio
sull’ineluttabilità bastarda
del muto mio destino.
Quanta amarezza in questi versi… L’immagine che hai scelto è perfetta perché oltre al grigiore del cielo e dei palazzi, intravedo anche una freddezza di linee e spigoli che non lascia scampo.
Grazie per l’apprezzamento… più che amarezza la mia è una forma di consapevole accettazione. per quanto servano… accetta i miei auguri di buon anno! 🙂
Buon anno anche a te ?
Rabbia e angoscia, non sei sola in questo grazie ai tuoi versi, e ora chi vi ha partecipato leggendoli è meno solo. L’assenza di segni è un segno?
Non avrei voluto comunicare sentimenti negativi… la mia è più una constatazione -accettazione, ma niente ci impedisce di sperare un po’. L’assenza di segni per me, in fondo, è indifferente, anche se riuscissimo ad avere una profezia – anticipazione, non potremmo mutare il corso degli eventi. Grazie per il tuo sagace intervento, buon anno!
Mi sono forse fatto trasportare da “ineluttabilità bastarda” . Per me un segno è già una mutazione e non una profezia. E’ appunto il segno che una parte di noi è aperta, in ascolto, solo allora le cose ci parlano e quel dialogo contiene tutta la bellezza e il mistero necessari a farci sentire il senso di essere vivi. Questo almeno per me…
Parole che meritano attenzione e approfondimento. Grazie!
È casa nuova?
Il retro 🙂
???ti stai ambientando!
Vedo che hai finito il trasloco e complimenti… io direi che ad un esterno incolore si possono “oppore” i colori interni 😉
Buon anno, cara Silvia!
Grazie Davide. Buon anno anche a te!