Verità da camera da letto,
il monte ginocchio appeso
allo specchio,
il soffritto del pranzo che stagna
nel riflesso.
Un barbecue di illusioni rosolato
da un vecchio.
Un amore d’ottobre, pisolando
parecchio,
si scalda al meriggio di sole e solecchio.
Le mani ora solo intrecciate
in amplesso
di efelidi, artrosi. E il suono all’orecchio
di antiche promesse, mantenute
all’eccesso.