Ah, questa eternità che non finisce
e i limiti dei mondo così angusti
per contenere tutto il mio dolore
e la mancata immunità
da questo grande amore
che mi ha spaccato dentro
come un misero animale,
quando tu, mia fragile mortale,
mi sei spirata fra le braccia
e hai spento il sole
ed ogni mia motivazione
a galoppare in lungo e in largo
ere e giorni, eventi e spazi
di questo inutile universo
che suona vuoto di ogni senso
e mi ritorce contro
la mia insensata smania di creare!
Un canto “mitico” struggente… che può estendersi a metafora dolorosa d’ogni amore impossibile… laddove ogni distanza morfologica o dettata dal tempo si fa prigione ineludibile per le anime amanti…bellissima, Silvia…
Grazie Franz per la tua interpretazione… non c’è consolazione per la perdita di un grande amore!
eh…no, direi di no…
Immagine e versi bellissimi Silvia, metafora mitologica di un amore impossibile…
Grazie Gigi, lo apprezzo moltissimo!