Una difficoltà incommensurabile
a uscire dalla contemplazione
di un mio vuoto scuro, doloroso
opaco e calmo in modo spaventoso.
Strano toccare il fondo senza cadere
e senza preavviso. Eppure qualcuno
di nascosto in silenzio mi ci ha spinto.
Non so quanto tempo in ore o anni
richiederà il mio risalire fangoso
perché c’è dolcezza, amaro trastullo
nel non vivere senza dover morire…
trovo delizioso il concetto della dolcezza nel vivere senza dover morire…
Qui parlavo però del non vivere senza dover morire, che è una condizione di dolcezza amara, il lasciarsi andare alla deriva senza agire, senza reagire. Un caro saluto e grazie per avermi letto.
ho percepito… ed è una condizione in cui mi ritrovo ultimamente… 😉
Ti auguro di riemergere presto! 🙂
Oh ma io affronto sempre la vita nuotando a rana…metto giù la testa ma poi riemergo subito ? Grazie!
Così si fa!
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