Prima che il Libeccio
proprio ti uccida
fustigando di sabbia
la tua rorida schiusa,
ad un caldo sacello
nella casa festosa
e allo sguardo pietoso
di chi tanto ti ammira
concedimi, o rosa,
d’immolarti recisa
e, se fosse un pittore
chi di sguardi ti onora,
alla lunga memoria
che le tele colora.