Addio, notte,
che mi lacrimi addosso
dai tuo drenaggi lassi
uncinati d’alba rossa
esiziali umori amari,
non mormorarmi agli occhi,
non colarmi più in bocca
i tuoi gemiti e orrori.
Sento freddo alle ossa,
mi sembra tutto strano,
come quest’ombra gialla
che ti esce dalla testa,
forse un’idea fissa liquefatta,
o il dramma di un giorno
che nasce già morto di paura,
del bieco teatro della vita
pessimo, infimo attore…