Versami felicità dentro alle vene,
rendimi il sangue più leggero,
con embolie di bolle di sapone.
Dammi da bere solo rum,
sole, lime e zucchero di canna
con il tiepido aroma di vaniglia
di quei baci rubati a Port Louis…
Versami felicità dentro alle vene,
rendimi il sangue più leggero,
con embolie di bolle di sapone.
Dammi da bere solo rum,
sole, lime e zucchero di canna
con il tiepido aroma di vaniglia
di quei baci rubati a Port Louis…
Un aperitivo virtuoso
analcolico alla frutta
per mettermi al riparo
dal barman spiritoso
che si diverte tanto
a tagliarmi le gambe
senza nemmeno lame.
E mi arriva la cosa
al tavolino. Un’acqua verde,
torbida parecchio,
dal sapore medicale,
ma accattivante
come un tranquillante
in gocce, però in bicchiere.
Due cannucce nere.
Devo proprio bere.
Più in basso, annegato,
ma animato, si muove
uno sgraziato pezzo
di lime molto amaro
che, ad ogni sorso,
diffonde più veleno.
Forte suggo la consolazione
drenando dal fondo
uno spesso strato
di zucchero di canna.
E poi la punizione:
A bevuta finita,
mi ritrovo la lingua ustionata
dal pepe di Cayenna,
ma, se è peperoncino,
me lo dirà l’intestino.
La cameriera sparecchia
che non ho ancora finito
di ritrarre il bicchiere,
manie da pittore
senza saper disegnare…
Poi arrivi tu,
amico mio sincero,
col ciuffo di capelli nero,
gli occhiali da mistero
e il sorriso disarmante.
E smetto di pensare
a quanta simmetria
c’è fra il beverone verde
e questa vita mia.
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