Come una Matta
mi sono affacciata
alla finestra del destino
e ho spiato la sorte.
Una folata di vento
mi ha trafitto gli occhi
con le sabbie delle sirti
e non ho visto niente…
C’è un vento tremendo, amore
che smentisce il sole.
Che sia caldo non importa,
frusta i ricordi, pungola il cuore.
Quante volte ho dormito
come un agnello mansueto
fra i tuoi zoccoli insonni
di stallone irrequieto?
Se si aprisse il recinto,
resa folle anch’io
dal fiato della vita
che, benché tardiva,
ancora spira,
fuggirei ventre a terra
oltre al verde dei prati,
oltre all’azzurro del cielo,
fino alle frange del tempo,
nubi bianche gelate,
appese all’orizzonte estremo.
Quanto di questo ci appartenga
non ci è dato sapere, amore mio…
All’improvviso nel vento mi rispondi:
Tutto quello che con gli occhi portiam via,
finché dura questa vita e così sia…
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