L’evanescenza del fumi
di certi miei sogni
così queste nebbie
del primo mattino
fra noi due
senza sguardo.
Confusi l’amore
la rabbia i tuoi giorni
i silenzi il cercarsi
la paura le notti
il bisogno di amarsi…
Ti vedo, donna bionda,
quando apro la finestra
presto, ogni mattina.
Attraversi la strada,
butti la spazzatura,
ritorni. Intanto cerchi
le chiavi nella borsetta.
Con la schiena ben dritta
e gli stivali un po’sciupati
percorri la discesa
del garage
con i piedi divaricati,
un passo un po’ da ballerina.
“Chissà se danzerà,
la mia bambina?”
ti domandi pensando
al suo tutù di carnevale
e pensarlo ti fa male.
O giornalista o ballerina…
ma che capivo
io di me? Non so.
Ero soltanto
una bambina.
Questi versi per parlare un po’ di me. La danzatrice è una mia operina di arte effimera, creata con un pizzico di zucchero e l’aiuto del mio dito indice sul tavolo di cucina, bevendo il primo caffè del mattino.
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