Di poesie che per pigrizia
lascio come ossi per cani
che la notte vorace divori
giacciono i resti già rosi.
Radi lembi di nebbia
funestano ancora la stanza
allungo dal letto le mani
le ritiro trafitte di stelle,
piccole ustioni di sogni
che non si decifrano più.
Commenti recenti