Squassata dentro
dalla troppa violenza
del vento furioso
alle porte del tempio,
vinta dalla sfida del figlio
ancor prima di giocare…
Su ginocchia di marmo
crolla la cattedrale,
le vetrate librandosi
in colori taglienti
come folli farfalle
in volo absidale.
Si genuflettono le scale,
pendono i Serafini
dalle volte a crociera,
sesquialati pipistrelli
in bozzoli regali.
Rutilanti Troni vorticano,
divino ardore
di ocelli inquietanti
in sé manifestando.
Quanta ira ci fu, ci sarà
o forse c’è proprio ora?
Con la Geenna che divora
il mondo esterno reale,
grande inceneritore
per i miseri nudi corpi
mangiati dalla lebbra epocale,
i morti senza colpa,
ma anche i pessimi, a volte.
Fugge, ma non si puoi rifugiare,
non fuori dal regno, non dentro,
il profeta, pellegrino infedele
Per illustrare la mia poesia ho avuto il privilegio di accedere allo squisito originale di un bozzetto di vetrata di cattedrale, opera inedita dell’artista livornese Athos Rogero Natali, (1881/1975) pittore, scenografo e ideatore ed esecutore di vetrate artistiche istoriate
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