Vorrei diventare
una viola da gamba
per raccontare
la vita com’è.
Quando era il tempo
dei giovani amori
tutti i miei strazi
affidai al violino.
Quanto stridenti
le grida e i lamenti!
Come lame di luna
fendevano il cuore.
Poi ci fu un giorno
in cui il violoncello
mi violentò il corpo
con passione carnale.
Tutto di me
fu fremito e gioia,
tutto di me
fu gemito e dono
sempre accordato
al pulsare del sangue
e del mio cuore
col cuore compagno.
Però, con il tempo,
la voce è mutata,
e tutto il mio essere
ha cavità fonde
dove rimbomba
scura e sicura,
querula a volte,
la voce di viola,
a ribadire
in canoni grandi
le prove e i dolori
e quanto sia immensa
in ogni respiro
la voglia di vivere
e vivere ancora…
Commenti recenti