Ho chiesto in elemosina
poche parole. Ho aspettato
il mio turno dimenticando
quanto fui importante
e intanto l’estrema indigenza
trasformava l’urlo in pianto.
Ho chiesto in elemosina
poche parole. Ho aspettato
il mio turno dimenticando
quanto fui importante
e intanto l’estrema indigenza
trasformava l’urlo in pianto.
I ricordi,
gli amori,
le parole
non dette,
la noia dei giorni,
i miei sogni.
L’ampio patagio
della notte,
pipistrello nero,
che ancora
mi incombe…
Perfido il tempo
cancella i ricordi
così io ti invento
ridisegnandoti.
Passo le dita
intinte nel vento
su fogli di vuoto
le ciglia i tuoi occhi
il naso la bocca
e quelle parole
che ancora risento…
Lasciami giù
se non ti importa.
Non telefonarmi,
non dirmi “come va?”
solo a Natale.
No sai niente di me
non sai se il cuore
mi fa male.
Non mandarmi messaggi
di inutili parole
non sai se sono viva fuori
e dentro tutto muore.
Lasciami per sempre, dai,
lungo le vie del tempo
sola andare.
Essere un ricordo, sai,
non è poi così male.
Vestimi da sposa
con le carezze
fra le lenzuola
Drappeggiami addosso
quelle parole
che tu non hai detto
che io non ho detto
che entrambi sappiamo
Respirami veli di fiato
Vestimi ancora di rosso
…Ti lascio la radio accesa
così non resti sola…
Queste le tue parole,
la soluzione spiccia
per il freddo nel cuore.
Poi chiudi la porta
e io spengo tutto,
scendo nel vuoto
e mi metto a gridare
Parole di ghiaccio
che gelano il cuore
e ci vogliono anni
perché batta di nuovo.
A me è successo
quando imparavo
ad amare e tremavo
di paura.
Tutto intorno a me
divenne una banchisa
polare.
Blande parole tiepide
parlava la sera
sorgendo dal lago,
di grigie brume velata.
Tenace si abbracciava,
come il tuo giovane corpo
al mio, stanco, senile,
il glicine in fiore
al terrazzo sgretolato.
Soavità dei petali,
parole lilla,
quasi non dette,
deliranti promesse
parlavano
le nostre bocche,
corolle tremanti,
penduli grappoli
di baci e sospiri
abbandonati alla notte.
Non era maggio, ancora,
un merlo fischiava,
inesausto, il suo canto.
L’amore, sfinito,
odorava di glicine,
di rimpianto leggero,
pioveva,
piangevi,
piangevo
Altri bucati stesi ad asciugare
altre mani in volo sulle corde
nuove voci, altre parole
stesso vento, stesso sole…
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