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Elemosina

By Poesia No Comments

diagnosi

Ho chiesto in elemosina

poche parole. Ho aspettato

il mio turno dimenticando

quanto fui importante

e intanto l’estrema indigenza

trasformava l’urlo in pianto.

Le parole dell’addio

By Poesia No Comments

riccardo antico

Perfido il tempo

cancella i ricordi

così io ti invento

ridisegnandoti.

Passo le dita

intinte nel vento

su fogli di vuoto

le ciglia i tuoi occhi

il naso la bocca

e quelle parole

che ancora risento…

R.I.P. Morte di un’amicizia

By Poesia No Comments

cimitero

Lasciami giù

se non ti importa.

Non telefonarmi,

non dirmi “come va?”

solo a Natale.

No sai niente di me

non sai se il cuore

mi fa male.

Non mandarmi messaggi

di inutili parole

non sai se sono viva fuori

e dentro tutto muore.

Lasciami per sempre, dai,

lungo le vie del tempo

sola andare.

Essere un ricordo, sai,

non è poi così male.

L’abito

By Poesia No Comments

sposirossi

Vestimi da sposa

con le carezze

fra le lenzuola

Drappeggiami addosso

quelle parole

che tu non hai detto

che io non ho detto

che entrambi sappiamo

Respirami veli di fiato

Vestimi ancora di rosso

La radio accesa (situazione)

By Poesia No Comments

architetturad'ombrajpg

…Ti lascio la radio accesa

così non resti sola…

Queste le tue parole,

la soluzione spiccia

per il freddo nel cuore.

Poi chiudi la porta

e io spengo tutto,

scendo nel vuoto

e mi metto a gridare

Tutto intorno a me…

By Poesia No Comments

statuadizucchero

Parole di ghiaccio

che gelano il cuore

e ci vogliono anni

perché batta di nuovo.

A me è successo

quando imparavo

ad amare e tremavo

di paura.

Tutto intorno a me

divenne una banchisa

polare.

Glicine del muro antico

By Poesia 3 Comments

glicinetruccatoinviolauno

Blande parole tiepide

parlava la sera

sorgendo dal lago,

di grigie brume velata.

Tenace si abbracciava,

come il tuo giovane corpo

al mio, stanco, senile,

il glicine in fiore

al terrazzo sgretolato.

Soavità dei petali,

parole lilla,

quasi non dette,

deliranti promesse

parlavano

le nostre bocche,

corolle tremanti,

penduli grappoli

di baci e sospiri

abbandonati alla notte.

Non era maggio, ancora,

un merlo fischiava,

inesausto, il suo canto.

L’amore, sfinito,

odorava di glicine,

di rimpianto leggero,

pioveva,

piangevi,

piangevo

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