Come sono tristi
le lune di dicembre,
con le maree
gelate dentro il mare
e tu che non ricordi
quando l’estate scorsa,
or fa trecento anni,
già mi chiamavi amore!
Quando la spiaggia accolse
la frenesia dei corpi
nel dirsi tutto quello
che non fu detto mai
e ora il letto è sfatto
e tu che non ritorni,
le corna di Selene
che piangono per noi
e tutti gli astri intorno
in brividi di ghiaccio
e il canto delle stelle,
da gole di glasspiel,
che sparge suoni d’oro,
ma freddi come lame
di spade dentro il cuore…
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