Quando ancora crescevano
la felce e il sempervivum
sul muro dei miei sogni
e il muschio antico,
suonava dei miei passi
nella vecchi piazza
il ritmo cadenzato lento,
misurato sul battito di cuore
e chiara la speranza nel mattino
splendeva più del sole
e sotto ai piedi la sentivo
l’acqua di montagna
incanalata che fuggiva
fino al lavatoio per sgorgare
e il sangue dentro al corpo
era così giovane e contento
che mi pareva di scoppiare
e se mi guardavi in viso
vedevi le mie labbra rosse
in lieve movimento per cantare
una splendida canzone di silenzio.
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