In equilibrio
su enormi zeppe
di giunchi intrecciati
rivestite di fiori
caracolla la Primavera.
La potresti incontrare
sui prati
inzuppati di fango,
più donna meno bambina,
coi capelli bagnati
di pioggia
a rimpiangere il sole
del primo mattino.
Con la candida veste
che ha rubato
all’aurora
incollata al suo corpo
tremante di vento
la potresti vedere…
Si siede sul bordo
del fosso, si china
a interrogare le rane
sul destino di morte
di gialle giunchiglie,
degli iris stremati
dei bianchi narcisi.
Si specchia nell’acqua,
la potresti vedere…
Pensa:
“Ero molto più bella
quando l’arcobaleno
mi cingeva la chioma!”
E piange più forte
e tu vedi che piove…
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