Mi fa il nervoso
la domenica e la gente
che va al mare.
Delirio universale.
Le code per la strada,
per noi gente di costa,
sono una tassa fissa,
una condanna certa,
ma senza aver commesso
niente di irregolare.
Fossero felici, almeno,
ma stanno a litigare,
mentre elegantemente
si levano le scarpe
seduti al marciapiedi,
stremati dallo stress
che costa posteggiare.
La moglie col marito,
la figlia col fratello
e sono già sudati,
del tutto inadeguati
a una giornata al sole.
Poi scendon la ghiacciaia
e il vispo canottino,
il babbo, più dotato,
trasporta l’ombrellone
e la spiaggina bianca
per l’idroterapia
di nonna Rosalia.
La mamma, già in bikini,
sballonzola agitata
l’enorme deretano.
Di cozze l’impepata
e la sua parmigiana
ci penseranno loro
a renderlo più sano?
Avanti, miei prodi eroi,
guru del mordi e fuggi,
maestri di speranza,
visto che il mare è bello,
anche se a breve piove!
Ringrazio Paolo Scarpellini per la foto che illustra i miei versi. La striscia occupata dai bagnanti è pixelata per tutelarne la privacy.
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