Abbracciami l’anima,
sii presente e passato per me,
e fa che il tuo sguardo,
quando io mi ci sporgo
quasi fino a cadere,
mi lasci vedere il futuro
di una stessa, unica vita.
Abbracciami l’anima,
sii presente e passato per me,
e fa che il tuo sguardo,
quando io mi ci sporgo
quasi fino a cadere,
mi lasci vedere il futuro
di una stessa, unica vita.
Per quanto rosa fosse ieri il cielo,
oggi, amore, vedessi come piove…
Ah, che poco accorti siamo stati!
Là, sopra i bordi del sereno e l’oro,
dentro il ventre malato di un azzurro strano,
si dibatteva il mostro dal mantello nero
e noi due, la nostra giovinezza inerme insieme,
senza un pensiero al mondo ridevamo.
Righe di polvere
sui nostri ricordi
e tu che ti ostini
ad allevare le tarme.
Ma non senti
che mi fai venire la tosse?
e che la notte
mi manca il respiro?
E butta via tutto!
Se vuoi continuare
ci serve il futuro
Molto oltre le pagine del tempo
scriverò il libro che sarebbe stato
se io fossi rimasta ancora e tu
mi avessi amato. E violerò le sue
tenaci leggi, cancellerò il presente
inventerò futuro, richiamerò il passato.
E farò il gesto che avrebbe mosso il mondo
o l’universo, almeno il nostro
e stringerò, oltre il sognato sogno,
fra cento e più anni o già domani,
la tua diafana mano con le vene
che, tremante farfalla, cercherà la mia
in fuga da un millennio o poco meno…
Che cosa faccio, io,
davanti a questo specchio?
Esisto? Quando? Quanto?
E io, chi sono?
Io sono quel che vedo
adesso. E il passato?
E il futuro?
Se finisce il riflesso
a cosa serve lo specchio?
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