Credevo che la città
si risvegliasse presto
per farmi compagnia,
scamparmi dal silenzio,
invece se la dorme
malgrado me che vago
in cerca di un caffè,
quassù, nella cucina.
Tutto comincia dopo,
gli uffici sono chiusi,
anche la scuola è buia,
la gente arriva tardi,
non sosterà nessuno,
tutti di corsa e via…
Parlami tu, città,
ansando lavastrade
e autobus sbuffanti,
guarda verso il terrazzo,
convincimi a restare,
a non sentirmi sola,
con le trombe di Eustachio
beanti sul rumore
del mio perpetua affanno,
il battito del cuore.
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