Così triste
vederti camminare
due passi avanti a me
come a scrutare
la strada del destino…
Una tardiva primavera
mi ha guarito
per non veder rugiade
dentro al tuo sguardo bruno.
Così triste
vederti camminare
due passi avanti a me
come a scrutare
la strada del destino…
Una tardiva primavera
mi ha guarito
per non veder rugiade
dentro al tuo sguardo bruno.
Così vicina all’inverno,
cavalco il libeccio senza sella
aggrappandomi ai crini,
giù per le valli ombrose
del destino,
senza sosta né meta,
sempre cantando.
La mia fuga sul lago
di ghiaccio di pianto
scivolando le curve
a sfidare il destino.
Gabbiani di neve
a larghe falde
solcano un cielo
che la notte fa nero
palpitando in un volo
felpato. Solitudine
senza eco. Tremori
come alberi vestiti
di gemme d’inverno…
Come una Matta
mi sono affacciata
alla finestra del destino
e ho spiato la sorte.
Una folata di vento
mi ha trafitto gli occhi
con le sabbie delle sirti
e non ho visto niente…
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