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Oggi,19 giugno

By Poesia No Comments

arcobaleno degli orologi

Mamma mia santa,

quanto veloce il tempo

corre e balzando incalza!

Ma va anche molto lento.

Non è successo oggi

quello che vorrei tanto,

quello che aspetto ancora

e quindi è troppo presto,

ma, se non succedesse

durante il mio destino,

sarebbe tardi, adesso…

La candela di Torri del Benaco

By Poesia 2 Comments

candela sull'acqua.jpg

 

Non so che anno era…

Comprai una candela,

che era troppo bella

per darla al suo destino

e poi lei mi parlava

del luogo dove nacque,

che era là sul lago

dove lasciammo i sogni

appesi come agrumi

in calde limonaie

fra roridi profumi.

Ma è tempo di cambiare,

così dentro a un cassetto

di inutili tesori

che non porterò via

oggi l’ho ritrovata.

Graziata dall’oblio,

le ho dato breve vita:

a morte l’ho incendiata.

Ore ventuno e venti

By Poesia No Comments

Persona astratto

Scusa, volevo dire

che sono più delle nove,

le ventuno e venti

per essere precisa.

E non tirarmi così,

in questa raffinata tortura

antica come Ettore e Achille,

legata al tuo carro

lungo la rovinosa

strada del destino,

i miei fragili polsi

e la testa già immersi

nel  sangue dorato

dell’occaso,

io, obolo estremo

di un amore sfinito

e le caviglie sottili

coi piedi in cammino

verso l’oriente

e il suo sole nascente.

Mi spezzerò presto

per questa agonia

che da tempo mi è vita…

Jump, baby, jump!

By Poesia 7 Comments

la donna viola che balza nell'abisso

E poi ho deciso di accettare

il balzo nel vuoto del futuro

e questo presente destrutturato.

Mai più interagire col destino,

mai più programmare, ma buttarsi

nell’orgia spesso amara della vita.

La profezia non si può contraddire,

non si può fermare il flusso

univoco della freccia del tempo.

Io ci sono fin che ci sono e vivo

come capita, bevendo il veleno

del tempo che passa, giorno per giorno,

e qualche bicchiere di birra, almeno,

a mia discrezione e piacimento

per dimenticare questo lento

affogamento. Per la morte

non c’è né cura, né prevenzione.

Guardando l’Aristide Bruant di Toulouse Lautrec

By Poesia 3 Comments

Richard

 

Tracciati in nero i tratti  acuti del disegno

un progetto di uomo, un ghigno nel vento,

il pesante cappotto, il cappello, la sciarpa

il suo nome stampato a chiarirne il destino

e l’arte o il mestiere per gridarne la fama.

Non è molto, ma basta per inchiodare un’anima

su uno steccato giallo che scherma la notte.

O come vorrei possederti io

così profondamente fino a farti un ritratto,

non in virtù dell’arte, ma solo per amore!

La parola fine

By Poesia 9 Comments

pagine nel campo

Dopo aver gettato a spaglio

fecondi semi neri, i segni

che traducono i pensieri,

con lo sguardo appagato

ho visto biondeggiare un campo.

Poi le spighe si son svuotate dentro,

e si sono afflosciate al primo vento.

Dove, e perché, io mi domando,

la loro vita non ha più avuto senso?

Ora piove quasi tutti i giorni

e io ci penso. Poveri personaggi

senza colpa, affacciati per sempre

dal quattro agosto di quest’anno

a una pagina bianca, cui manca

la parola fine, la falce, il compimento

del libro e del destino!

Senza mietitura non c’è grano…

Fate

By Poesia 9 Comments

frattura prima falange firmato

Abbiate  pietà

della disperazione,

fate cattive

del destino,

che ad ogni gioia

mescolate sale,

acqua di pianto,

terra di cimitero.

Se il gabbiano

le al s’é spezzate,

lasciategli almeno

la notte per sognare…

Vorrei restare

By Poesia No Comments

castellodelcuorenubibianche

Mi piacerebbe avere

quel castello nel cuore

di cui parlo tanto

nei miei ovvi deliri.

La mia casa è nel vento

per cupo destino

e nulla io stringo,

né posso godere

in affanno ramingo.

È già ora di andare…

Il vento

By Poesia One Comment

aereo e montagna

Nella testa pesante

un rumore di aerei

sarà il vento che parla

o la voglia di andare…

Per sottrarmi al destino

per il pianto che sento

dalla sera al mattino

… Non doverlo ascoltare!

Non esiste paese

con confini più sordi

di quanto urli il dolore

sono piccole gocce

del tuo pianto bambino

o quei fiumi impetuosi

della guerra e del male.

E rimango, scavata

come un petto senile,

sono solo una madre,

ma non posso cantare.

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