Ti ricordi i nostri aperitivi tristi
e la certezza che mai più
saremmo ritornati?
Era quel bar sull’angolo, la sera
che non faceva affari
e suonavano un buon jazz
e noi, chissà perché,
ci sentivamo morire.
Era gentile, il cameriere
accendeva la lampada viola
nell’ombra ci faceva sedere.
E c’era il vecchio artista,
che era stato grande
che canticchiava piano
con la sua voce nera
quasi senza farsi sentire,
ma sapevamo chi era.
E beveva il suo vino
con moderazione
e si mangiava un panino,
la cena. Quanto è durato?
Una, due volte, forse tre, mi pare
e mai più, mai più ritornare.
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