Mentre mi annoio
provo rimpianto
per le ore perdute
che, se le sommo,
fanno i miei anni.
Ore di tedio,
che oggi detesto,
che implorerò in cambio
del negato domani,
alla meta del viaggio,
né mai torneranno.
Il vischioso languore
dell’estivo imbrunire,
i rumori guardinghi
di questo sobborgo
ambìto da molti
e cha a me sa di tomba,
nonostante il mare,
i confini della strada,
il muro in mattoni
della casa di fronte
che tinge di rosso
i miei falsi tramonti,
il cancello, la palma,
le mezze parole:
tutto questo mio male,
calcinaccio in rovina
di un crollo morale,
varrà quanto l’oro
se, in fondo al respiro,
non troverò il fiato
di un nuovo minuto
per potermi annoiare.
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