Non ho da scrivere
se non di sogni brutti
dove la luce non entrava.
Anzi, c’era tempesta,
e il giorno in notte
repente trasmigrava.
Poi, all’alba, per fortuna,
la tua telefonata,
come una bastonata
a fare in cocci i vasi
disperati e occlusi
dei miei foschi pensieri
e tutti quei fantasmi,
chi dannato, chi beato,
ma da tempo rinchiusi,
dileguarsi su in cielo.
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