Dai, andiamo a Venezia
io e te da soli. Ti ricordi?
Saziarci d’ali di piccioni,
io che ridevo, ma morivo, intanto,
di paura. E poi sgranare gli occhi,
tanto era l’incanto della laguna.
Un’emozione così grande
la bellezza, per il piccolo cuore,
che ti stringevo la mano,
per aver consolazione.
Stanotte ti ho sognato
e stavi molto male, babbo,
non l’ombra di un sorriso
sul tuo ultimo volto da ospedale.
Dai, facciamolo tornare,
il tuo sorriso,
vediamoci a Venezia,
quando vuoi andare…
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