Scrivendo carmi stupidi
molcisco il mio umor languido
e canto rimbombando,
un’armatura vuota
in una stanza vuota
in un palazzo vuoto
su un isola lacustre
di un vasto lago vuoto.
E occhi di bambina,
i miei occhietti vispi,
incontro dal passato
e un po’ mi riconosco.
Vate sul water bianco
inutile mi spendo,
un po’ di carta igienica
nell’acqua di un rimpianto
galleggiano i miei versi,
nulla di eterno, o amabili,
che forse mi leggete
sopracciglia aggrottando.
Commenti recenti