Skip to main content

La buona masca

By Poesia 12 Comments

 

Io sono buonissima,

non credo in niente

e in nessun potere

e, quando la sera

non ero sicura

che il caso soltanto

muovesse le sfere,

mi alleavo col bene.

Ma ora, miei cari,

vorrei essere masca

e avere il potere

di fare vedere

con lo specchio del vero

a chi fa del male

i vermi striscianti

dentro il suo cuore

e le immonde lordure

che gli insozzano l’anima

rendendola scura

e assai greve di odore

Vorrei che chinandosi,

lambito dal lago,

in cerca del fresco

ristoro e sollievo,

vedesse il suo volto

deforme e maligno

provando un orrore

così distruttivo

da farlo fuggire

in un luogo lontano

a mangiare radici,

remoto dal mondo,

evitato persino

dai branchi di lupi,

spargendo all’intorno

i brani di lebbra

che gli disfano il corpo,

pur sembrando ancor bello

ai molti suoi pari…

 

 

La tinca di notte in un reparto d’ospedale

By Poesia 2 Comments

Col mio occhio vigile e attento,

il mio occhio di pesce di lago,

io guardavo attorno e scrutavo.

Una prognosi inquietante mi pendeva addosso

da onorare presto, a meno di fortuna in eccesso.

Nessuno di notte, vicino al mio al mio letto.

Stavo molto attenta alla secca,

c’era troppa luce gialla, veniva dalla finestra

e un albero nero mi balzava sul petto.

Spirali di respiro mi aiutavano

da una presa sul muro e un piccolo tubo.

Parlava tanto il rilevatore del cuore

della vicinai sordomuta addormentata,

diceva troppe cose e mi confondeva,

certe volte cantava e poi rideva.

Così mi son distratta ed è successo:

La vera me è arrivata al decesso

e il mio zombie invidioso, che sono io che scrivo,

è rimasto semivivo ed è stato dimesso.

Tutti contenti, meno questo simulacro denso,

debole, spesso angustiato dal cibo

e, senza concentratore, quasi privo di respiro.

con l’occhio di tinca giallo spalancato

su un guazzabuglio viscido di alghe di lago…

 

Equinozio d’autunno 2023 ore 8:50

By Poesia 7 Comments

Dovremmo scrivere ancora

dell’equinozio d’autunno quest’anno?

Increduli, noi con noi stessi,

per la durata del tempo concesso.

Ed ecco, i riti, i nomi che i dotti,

ed a volte i poeti saccenti

come me, ad esempio, porella,

sciorinare son usi, ogni anno

ogni anno, lo giuro, gli stessi,

su Mabon e Persefone, dei

che ritornano al buio infernale.

…Non mangiate le more, in autunno,

 possedute da male intenzioni,

ma la bambola bionda del grano

pare un segno che porti un gran bene.

Io? Sono qui, senza arte ne parte,

che ringrazio, non so chi ringrazio,

di esser sopra, nonostante i miei guai,

e sperando restarci un buon tempo

mi preparo serena all’autunno.

 

Paesaggio di fine estate

By Poesia No Comments

Settembre stira pigramente

le membra abbronzate al sole rovente.

Stanco è il suo dorso offeso duramente

dal fuoco e dal fango di una deità inclemente.

Vorrebbe rosseggiare lietamente,

strapparsi I capelli rossi cadenti,

adornarsi di pampini i fianchi,

danzare alle piogge argentine

guardando i fossi gonfiarsi

e l’orgoglio delle anatre mandarine

che scendono pigramente

con la prole pasciuta la corrente

e respirare i venti mollemente,

chiudendo l’estate lietamente,

con le ultime rondini al raduno

e partenza di primo mattino.

 

 

A settembre

By Poesia No Comments

Diciamo sempre:

“È già settembre!”

Perché il tempo ci sfugge,

specialmente l’estate,

col suo cuore rovente.

È quel mese, settembre,

dove affolli promesse,

caro amore, da sempre.

Proverbiale, oramai,

per le cose non fatte,

di settembre in settembre.

C’è però una promessa,

mantenuta e onorata,

che ci trova legati

da un diluvio di anni:

A settembre, amor mio,

noi ci siamo sposati!

 

26 agosto, all’alba

By Poesia No Comments

Piano l’alba declina

e lo stato del cuore

è di un gaudio infinito.

Sale agli occhi il colore,

nato adesso, bagnato,

gocciolante d’immenso

e si posa piovendo

sulle mura dei sensi

e là fuori sui muri,

sui camini, sui tetti,

sulla storia di noi,

sulle notti di tutti.

 

Mani e ri-mani

By Poesia 5 Comments

Odore segreto

di mani e ri-mani,

una mano sull’altro,

un continuo toccare.

Tocchiamo la vita,

infinite le volte,

e lei si consuma.

Io vedo gli strati

di impronte sul tempo,

gesti su gesti,

appena sfalsati,

lo spessore del nulla,

che forma il passato.

E me lo respiro,

inspiro ed espiro

e intanto lo tocco,

lo tocco, ritocco…

 

Ubriaca d’infinito

By Poesia No Comments

Io triste

per questo scivolare via dei giorni,

sapendo di mattina le ore fino a sera.

Che importa se si è fatta l’aria lieve

e sotto la città sferraglia greve?

Signora di una casa che è prigione

mi avvito sui miei spazi e mi ci inchiodo

e il sangue scorre piano fino ai piedi…

Madonna di un altare senza santi

intercedo presso me per sopportarmi

e immenso canta da sparuti mantici

quell’organo dai sogni reso grande

che sfonda con le canne tutto il cielo,

visione di etilismo condiviso…

 

Di prima mattina

By Poesia 2 Comments

Non mi vedo più

da nessuna parte.

La casa buia

a limitare il caldo

e solitaria.

Tu che, come un gufo,

giri in giro muto

il capo incanutito,

io, come un sacco

svuotato,

la miseria dei miei seni…

E vado come posso

e sfioro i muri,

lieve il mio deambulare,

polveroso.

Intanto il giorno cresce

e cresce dentro me

un urlo che fa male.

 

Bello e bruno

By Poesia No Comments

Si scaffala la memoria

in cassetti polverosi,

poi, un giorno, tu,

come un pagliaccio

a molla, salti fuori.

Ma come ho fatto

a non pensarti mai

in tutti questi anni?

E come hai fatto tu,

che hai rovinato tutto,

a non pentirti mai

e a non cercarmi?

Ah, inutili pensieri

devastati dai tarli!

Tu fosti bello e bruno

e pieno di disprezzo,

la donna intelligente

proprio non ti piaceva,

me lo dicesti anche,

però baciavi bene

e mi sentivo, allora

così tradita e sola

per altri ingrati amori…

Ti volli, ti sorrisi,

illusa di cambiarti…

Sei vivo, o forse morto,

proprio non me ne importa.

Ora ti ficco dentro,

dove sei sempre stato,

solo mi spiace un poco

di averti ricordato!

 

 

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: