Dopo aver gettato a spaglio
fecondi semi neri, i segni
che traducono i pensieri,
con lo sguardo appagato
ho visto biondeggiare un campo.
Poi le spighe si son svuotate dentro,
e si sono afflosciate al primo vento.
Dove, e perché, io mi domando,
la loro vita non ha più avuto senso?
Ora piove quasi tutti i giorni
e io ci penso. Poveri personaggi
senza colpa, affacciati per sempre
dal quattro agosto di quest’anno
a una pagina bianca, cui manca
la parola fine, la falce, il compimento
del libro e del destino!
Senza mietitura non c’è grano…
Una splendida metafora per rappresentare l’ineluttabile corso della vita. Complimenti. Ciao, Piero
Grazie Pierò, pensavo a un mio libro incompiuto, poi dall’ispirazione iniziale è scaturita la riflessione sulla vita. 🙂
Forse è il momento di compierlo, il libro… 🙂
Difficile… È come se non riuscissi più a dare vita ai personaggi.
Secondo me è solo un problema d’ispirazione.
Per esperienza ti dico che il mondo che ci circonda ne è una fonte inesauribile.
Quello che dici è vero, il vissuto quotidiano è fonte d’ispirazione continua, niente è mai banale. Proverò a aspettare che la storia maturi
Maturerà, ne sono certo. Hai tante qualità e una profondità d’animo che te lo permetteranno. 😉
Grazie! 🙂
L’ha ribloggato su Alessandria today.