Di poesie che per pigrizia lascio come ossi per cani che la notte vorace divori giacciono i resti già rosi. Radi lembi di nebbia funestano ancora la stanza allungo dal letto le mani le ritiro trafitte di stelle, piccole ustioni di sogni che non si decifrano più. Condividi:Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)Mi piace:Mi piace Caricamento...Tags:canilettomaninebbianotteossipigrizaipoesierestiscrittesognistanzastelleustioni