Che ne sarà di me?
Voglio andare via.
Via da questa casa,
via da questa strada…
Il mio inquieto sguardo
già si libra
sopra i tetti bassi
di una città di sonno.
“E il mare?”
Non mi mancherà il mare,
né l’aria fresca azzurra
venata di vento.
Avrò i ricordi ad increspare
l’oceano salso dell’addio.
Ah! La chimera del viaggio,
orrendo uccello migratorio,
poiana del dolore
che ripete il suo verso
nel mio cielo in tempesta:
“Povera te! Povera te!”
Penetra i cupi nembi
un irridente, funerario sole
officiando lunghi raggi
di gialla punizione.
Seneca, Seneca,
che ne sarà di me?
Dietro quanti orizzonti
è celata la terra
della libertà da me stessa?
…Non esiste paese…
Ringrazio Riccardo Scarpellini per avermi “passato” questa sua vecchia, vecchia fotografia, che ho rielaborato.
Tranquillità (esterna-interna) è conquista, risultato di pregressi sforzi.
E forse è l’unico modo per apprezzarla avendocela, in fondo.
Bella poesia e bella rielaborazione.
Grazie nerodavideazzurro!
Il raggiungimento della pace interiore penso che sia un cammino che dura quanto la vita…
Molto bella quanto vera, potrei sentirla mia. Complimenti, Ale
Grazie, Ale, buona serata!
Anche a te, un saluto !
complimenti!!
Grazie Giovanna! Buona serata!
buona serata anche a te!
Cosa ti spinge via? Non sempre cambiare casa è la via giusta…